Per noi escapisti il 2016 potrebbe passare alla storia non solo come miglior anno di sempre per quanto concerne il mondo degli anime e affini, ma anche come “best anno ever” per quanto concerne gli indie-game. Mentre le produzioni a Tripla AAA annaspano tra budget faraonici, beta incompiute vendute full price e ammiccamenti cinematografici validi ma ludicamente inconsistenti, il mondo indie (per quanto anch’esso sia pieno di fuffa mitomane e autoreferenziale, sia chiaro) continua a proporre giochi di ottima qualità.

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Stories: The Path of Destinies, di fatto un classico Action RPG, racconta la, ehm, storia, della volpe Reynardo, un ex-pirata alle prese con una ex fidanzata problematica, un amico (forse) traditore e un (malvagio?) Imperatore da deporre. L’intuizione di Superhead Game è quella di racontare “la storia” attraverso singole esperienze da cui il giocatore trae insegnamento, in modo da poter attuare scelte diverse una volta tornato all’inizio della sua avventura. The Path of Destinies diventa così un Racconto dei Racconti, composto da 24 capitoli, ognuno dei quali è diverso dall’altro a seconda delle scelte effettuate dal protagonista. Il nostro amico è un traditore o fa il triplo gioco? La nostra ex fidanzata, nonchè figlia del malvagio Imperatore, tradirà o meno suo padre? Il cattivo è davvero cattivo? Ogni capitolo è quindi una storia a sè stante, con un inizio, uno svolgimento e una fine autonoma, ma solo uno porta all’happy end vero e proprio.

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Questo approccio narrativo ha due ricadute pratiche anche sul piano ludico: la prima è che il giocatore è costretto a migliorare ogni parametro e statistica del suo personaggio (comprese armi e capacità) per poter completare il gioco. Il secondo è che la longevità ne trae infinito giovamento, visto che per arrivare al “finale-finale” è necessario risolvere tutte e 24 le storie proposte. Tenendo conto che la durata media di un singolo capitolo varia dalla mezz’ora all’ora, almeno stavolta il rapporto prezzo/durata è indiscutibile.

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Stories: The Path of Destinies è un Action RPG piuttosto basico: i combattimenti non sono particolarmente sfidanti, non c’è varietà tra i nemici e la difficoltà non è settata su livelli impegnativi, anzi. Una volta potenziato al massimo (cosa che avviene ben prima di metà gioco) Reynaldo supera senza troppi problemi ogni avversario e, a dirla tutta, il dover spesso ripercorrere le stesse locations, per quando meravigliosamente disegnate e colorate, tende a diventare un po’ ripetitivo e meccanico.

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Disponibile anche in italiano (con una traduzione a volte un po’ bizzarra), Stories: The Path of Destinies ha più pregi che difetti. Visivamente splendido, dotato di una narrazione intrigante e tutto sommato divertente anche sotto il mero profilo del gameplay, soffre di un unico, grande problema: apparire in un periodo in cui la concorrenza è feroce e spietata.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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